IL POTERE SESSUALE DELLA DONNA:
Artemide era davvero vergine?

I miti greci che ci sono pervenuti raccontano che la Dea Artemide, Signora delle Cacce e degli Animali, fosse una divinità femminile vergine.
Facendo un po' di ricerca sull'argomento, si scopre tuttavia che, originariamente, Artemide era un'espressione della Dea 
Madre: è infatti celebre la statua del tempio di Efeso in cui la Dea è raffigurata con moltissime mammelle, ovviamente in 
riferimento alla funzione della maternità. Questo dettaglio è stato rafforzato nei secoli dal fatto che ella fosse anche la protettrice delle partorienti, invocata nel riti di fertilità e innanzi all'evento del parto.
Quindi, come studiosa, è lecito che io faccia queste considerazioni: Artemide era connessa alla Dea Madre, una divinità madre e allattante, per di più protettrice del parto e della fertilità. Era Signora degli Animali e della natura: una natura, quella terrestre e animale, che è completamente centrata sulla libera sessualità.
Ci chiediamo, dunque: come  può conciliarsi una simile, importantissima divinità madre, con il concetto della verginità? 
Anche all'occhio più distratto questi  elementi sono totalmente contrastanti. Quindi dobbiamo domandarci: come mai una dea evidentemente rivolta alla maternità, alla fecondità, alla sessualità (probabilmente una sessualità libera e selvaggia, poiché Artemide, cacciatrice solitaria, differentemente da Hera non si sposa), è stata trasformata, nel corso dei secoli, in una dea vergine, asessuata e frigida?
E' noto dalle tradizioni orientali e gnostiche il grande potere della sessualità femminile: l'orgasmo della donna, quando spiritualmente orientato, può perfino essere sorgente di guarigioni e fonte di energia incalcolabile: richiama del resto l'energia immensa e divina della Madre Terra, ossia del pianeta che ci ospita. Le gerarchie patriarcali, evidentemente ben consapevoli di questo, hanno schiacciato e sottomesso la donna fino a trasformare le divinità femminili in esseri asessuati. Si veda anche l'esempio di Maria Vergine, dove Maria significa etimologicamente "madre": e infatti è la Madre di Dio, eppure eternamente vergine.
E' stato quindi promosso il modello di una divinità/donna vergine, privata della possibilità di fare l'uso che vuole della sua sessualità... obbligata a restare vergine fino al matrimonio e, dopo il matrimonio, obbligata a offrire il suo corpo all'uomo coercitivamente, pena la nullità per non consumazione.
Fortunatamente ci stiamo progressivamente emancipando da questa gabbia e, le donne contemporanee, novelle Artemidi, stanno ritornando padrone della loro sessualità, vivendola in maniera libera, anche prima del matrimonio e senza necessariamente ricollegarvi scopi riproduttivi.
E' grazie alle Artemidi del terzo millennio, liberatesi dal giogo patriarcale della verginità, che sarà gradualmente riscoperto l'immane potere energetico e spirituale della sessualità femminile. (Arda Roccalas)

Bibl: J e R. Woolger, La Dea sulla Terra, Roma, 2012, p.99

Nella foto: Artemide Efesina dalle molte mammelle, una delle più antiche raffigurazioni di questa divinità


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